FELICE BARATELLI ... IL PRESIDENTISSIMO

Logo Associazione La SteccaL'Associazione "LA STECCA" fu fondata nel 1959 per iniziativa del'imprenditore tessile, Felice Baratelli, al fine di creare una catena di solidarietà nei confronti di chi fosse in una situazione economica difficile. Con l'amico E. Monti organizzarono i festeggiamenti dei neo cinquantenni,che divenne l'età per entrare nella associazione.
Nasce "La Stecca", dal nome di un piccolo legno, strumento d'ordine e pulizia dei granatieri, (Baratelli aveva militato in questo corpo),senza il quale non si potevano avere i bottoni lucidi e quindi niente libera uscita.
Per vent'anni è stato Presidente dell'Associazione.
I cinquantenni di Como e paesi limitrofi identificarono per anni, in lui, quella associazione di uomini sempre presente dove occorreva concretizzare della solidarietà. Tradizione che è ancora viva nel tessuto sociale di Como.
Oggi Presidente è l'avv.Antonio Spallino e Rosa D'oro, la Rosissima dell'Associazione ,è la Sig.ra Liliana Pucci Ratti.

VITA ASSOCIATIVA - MOMENTI IMPORTANTI

1974 Sono state ammesse le donne ed è nato il titolo di Rosa D'oro.
1979 - 20°anniversaio
1983 - 25° anniversario
1989 - Incontro di settembre per il 30° anniversario
1994 - Crociera Mito del Lario per il 35° anniversario
1999 - una luce sul lago camminata notturna da villa Geno a p.Volta e crociera a Tremezzo per il 40° anniversario.

La " STECCA" è in Via Grandi, 21 - 22100 Como

Cos'è "La Stecca"
(da "i ricordi, una cosa grande" di Felice Baratelli)

Eravamo partiti, toccando i cinquant'anni, per ricordare. Il 23 settembre 1959, la guerra, le sofferenze, la fame, erano ancora vivide nella memoria.
Allora quando si raggiungeva quell'età, i pochi che potevano permetterselo prendevano l'aereo e andavano a festeggiarla a Londra, a Parigi o in Germania.
Era una festa di pochi e si esauriva lì.
Ho pensato: non è giusto che sia una vacanza per pochi e che finisca lì, senza uno sguardo indietro e senza un patto di guardare avanti, insieme. Deve diventare una sagra di tanti; deve farci compagni nel viaggio che dura gli anni della vita che ci resta; deve farci diventare amici silenziosi di quelli che soffrono nell'ombra. Insomma una cosa grande.

La "stecca" era un pezzo di legno, con un rotondo, cioè uno spazio cavo in cui si introducevano i bottoni per lucidarli col sidol ed ovatta senza danneggiare la stoffa. Terminato il servizio militare, chi possedeva una "stecca" la faceva firmare a tutti gli amici e, quando tornava a casa, se la portava con sè come ricordo. Spesso ci faceva compagnia per tutta la vita.
Così ho pensato alla "stecca" come alla nostra bandiera; anche senza firme, passando di mano in mano, di classe in classe al toccare dei cinquant'anni, sarebbe diventata il simbolo della nostra amicizia....

A Colico, gli amici del 1909 erano "buff comm 'ì ratt". Per finanziare le spese avevano perfino firmato cambiali. Ma la festa è riuscita benissimo.
Quelli del 1909 le spese della loro festa di Colico se le sono pagate tutte con una lotteria, e in più hanno raccolto circa mezzo milione, dato in beneficenza. Da quel giorno ad oggi, le classi della "stecca" hanno dato, a chi ne aveva bisogno, qualcosa come mezzo miliardo, che corrisponde a ben di più, oggi, e hanno donato diverse vetture alla Croce Rossa.
Ecco: il primo scopo della "stecca" è fare del bene; ci fa sentire amici fra di noi e ci avvicina a chi patisce.

Foto passaggio della stecca


Cerimonia del passaggio della Stecca di alcuni anni fa.

Foto offerta da Pierluigi