Il Premio Stecca
Il Premio Stecca Città di Como venne istituito nel 1981 su iniziativa della Classe 1930 e viene assegnato, ogni anno, a persone o enti che “…hanno compiuto nella città di Como e provincia opere degne di solidarietà umana, al di fuori di ogni e qualsiasi confessione religiosa o politica, razza o nazionalità”.
Il primo fu assegnato, nel 1980, al giornalista Gianni de Simoni “…per aver promosso, realizzato e condotto a felicissimo esito l’iniziativa destinata a dotare l’ospedale cittadino di una importante apparecchiatura d’avanguardia di grande utilità, suscitando un’encomiabile gara di solidarietà in tutta la cittadinanza”.
Negli anni successivi sono stati premiati:
- 1981 - fratel Luigi Brenna dei Padri Somaschi che in evangelica umiltà e povertà, dedica la propria vita per additare ai giovani la nobile via dell’onesto lavoro;
- 1982 - Nedda Grassi Mieli, “mamma” della Casa di Gino che dal dolore trasse forza d’amore trasfusa in dedizione silente a sollievo d’umane sventure paga d’un solo ingenuo, grato sorriso;
- 1983 - Felice Baratelli, promotore della Stecca, iniziativa animatrice negli anni di valori di amicizia e solidarietà umana;
- 1984 - don Augusto Peduzzi, che in evangelica modestia serve la promozione umana di persone in difficoltà, testimoniando il valoreirripetibile di ogni persona;
- 1985 - l’Università della terza età “A. Volta” di Como, per la intensa e stimolante azione svolta per la valorizzazione dell’esperienza e della dignità di chi ha lasciato il lavoro attivo, favorendo l’impegno intellettuale e civile;
- 1986 - i coniugi Bottini, che dal focolare domestico con immane sacrificio e coraggio trassero forza d’amore che allevia sofferenze, dona speranze, rifonde fiducia e rigenera vita;
- 1987 - don Aldo Fortunato, in considerazione dell’iniziativa che Egli, con encomiabile, persistente impegno personale ha profuso per avviare a concreta soluzione il grosso problema, gravante anche sulla nostra Città, del recupero sociale di tanti giovani, attratti e deviati dalla droga;
- 1988 - la “Lega Italiana per la lotta contro i tumori” di Como. “Prevenire per salvare” è il motto adottato dalla classe che trova nell’Istituto la piena realizzazione per l’ausilio che l’Istituto stesso porta alla ricerca scientifica per la cura e lo studio dei tumori che costituisce la prima azione per vincere il male.
- 1989 - Pia Pullici De Nicolais, per avere testimoniato in un torrente d’iniziative la gioia di vivere la vita dedicandola interamente agli altri;
- 1990 - Anna Vaghi e Yvonne Nitolassi, madri a braccia e cuori tesi oltre la maternità;
- 1991 - Marisa Cavadini, una vita lasciata ed una creata per recare sollievo alle afflissioni della infermità, fede al baratro delle disperazione, calore al gelo della solitudine;
- 1992 - Luisella Anzani, “la strada della felicità non parte da te ma dagli altri”; quando accogli con gioia chi era emarginato, quando prendi su di te parte del suo dolore, quando consegni alla sua persona e a quelle dei suoi cari la chiave della tua amicizia, allora la vita si fa dono;
- 1993 - Piercarlo Scotti, dalla visitazione della sofferenza ha tratto una torcia d’ardore per mantenere nella luce quanti verrebbero ghermiti dal buio dell’oblio;
- 1994 - Dino Davide Bianchi, da sessant’anni la città degli affetti lo incontra alla soglia del Cimitero Monumentale in questua per la pietà verso i defunti, da sessant’anni la città dei negletti lo riconosce consolatore in evangelica accoglienza tra le mura dell’Ozanam ed alle mense della San Vincenzo;
- 1995 - Carla Bignami, prodiga del bene più prezioso “il tempo”, instancabile ed entusiasta animatrice in soccorso dei più deboli e dei più indifesi;
- 1996 - suor Giulia Zappa della Congregazione del Preziosissimo Sangue, che da 45 anni vive la sua donazione a Dio dedicando se stessa con spirituale abnegazione, agli ospiti della nostra Ca’ d’Industria, fulgido esempio di umana solidarietà;
- 1997 - Luisetta Brenna Montalbini e Gianna Scarponi, due vite protesedalla infermità alla oblazione per le creature ghermite da sclerosi multipla;
- 1998 - Santina Sepi, fattasi apostolo dello spirito vincenziano, onora il giorno del Signore in silenziosa ed amorevole umiltà accudendo ai pasti per quanti in Como versano nel bisogno;
- 1999 - la Casa femminile Vincenziana della speranza, “ponte sul baratro della emarginazione femminile, approdo della sofferenza illuminato da un sorriso”;
- 2000 - Innocente Figini, a mani tese dalla nostra città al cuore dell’India ogni anno con una pattuglia di amici di Padre Augusto Colombo rende la vista ai paria;
- 2001 - Olivia Molteni Piro, silenziosa solare presenza dell’amore per l’infanzia abbandonata, emarginata, offesa nei continenti della sofferenza;
- 2002 - i coniugi Zanchini, in evangelica staffetta con mamma Rina e papà Fulvio, Maria Pia Bottini e il marito Roberto Zanchini donano la loro fresca età alla “Casa Famiglia” di via Zezio sorgente di speranza e fiducia per la sofferenza giovanile;
- 2003 - Bruna Cantoni, ispiratrice e guida del “Grande Cuore di Como” da oltre mezzo secolo approdo e ristoro delle onde incessanti dell’indigenza e del disagio
- 2004 - Antonio e Luigi Palma, Associazione di Volontari, dona a chi è solo, disperato, inerme preda della sofferenza il respiro della parola scambiata; a chi è trascinato e umiliato dall’atrocità del male un compagno di strada; ai giorni e alle notti di chi giace dinnanzi al calice del dolore, l’estrema dignità umana.